Theodor Herzl, Feuilletons, a cura di Giuseppe Farese
"Free Ebrei", II, 2, novembre 2013
Abstract
In this collections of short stories by Theodor Herzl, Giuseppe Farese try to show us how Herzl's feuilletons are to be considered short political essays and preparatory to his Zionist engagement at the end of XXth century.
Il germanista Giuseppe Farese, noto studioso e traduttore di Arthur Schnitzler (si pensi all'edizione dei Meridiani Mondadori), presenta per la prima volta al pubblico italiano la traduzione di feuilletons scelti di Theodor Herzl, apparsi nella raccolta in due volumi del 1904. Il fondatore del sionismo politico appare sotto una diversa luce, più congeniale alla sua poliedrica personalità: quella di narratore di storie borghesi. La vena giornalistica non è separabile dalla sua ulteriore produzione letteraria, che comprende opere teatrali, romanzi e pamphlets politici. La produzione letteraria può essere considerata propedeutica all'attività politica, ma è assai più utile e onesto scorgervi una parte non indifferente della sensibilità dell'autore e della sua visione del mondo. Queste sì che hanno contribuito alla sua scelta politica e all'elaborazione del suo sionismo.
Farese presenta la sua traduzione con una lunga introduzione, dove narra la vita e l'opera di Herzl. Il curatore si sofferma sulla vita familiare e sul legame tra fallimento artistico e successo politico, cercando di enfatizzare il “primato” della scrittura giornalistica rispetto alle altre attività letterarie. Farese parla addirittura di “fascino” della scrittura giornalistica, proprio per evidenziare l'attrazione che suscitava nei contemporanei la vivisezione delle proprie sensazioni e l'esposizione ironica e disincantata di tutte le debolezze umane a opera della penna giornalistica di turno. Oggi questa scrittura, a prima vista troppo analitica, fumosa e narcisistica, ha il merito di riavvicinare il lettore a un tempo che non c'è più, ma che è – conclude Farese - “umanamente vicino” (p. 33).
La silloge di Farese si divide in varie sezioni: I bambini, Commedie, Atmosfere viennesi, Immagini inglesi nella nebbia, Libri, Storielle allegre del reporter locale, Viaggi, Racconti filosofici. I bambini illustrano un'appassionata difesa dell'infanzia e della famiglia borghese da parte di un padre. Le Commedie presentano due lati della sensibilità dell'autore: il sentimentalismo e il senso d'inadeguatezza. Atmosfere viennesi e Immagini inglesi nella nebbia sono feuilletons propriamente detti: descrivono ambienti e fatti di cronaca. Libri presentano due recensioni alle opere di Maeterlinck e di France (due futuri premi Nobel), dove Herzl evidenzia le fatiche dell'intelligenza nel mondo moderno. Storielle allegre del reporter locale e Viaggi ci presentano altri feuilletons, dove le debolezze umane e l'acuto spirito d'osservazione la fanno da padroni. Racconti filosofici chiudono giustamente questa raccolta, illustrando il peso della fortuna nelle vicende umane.
La raccolta di Farese ha l'indubbio merito di riavvicinarci al mondo della borghesia liberale ebraica mitteleueropea di fine Ottocento, stretta tra l'ansia di nobilitazione e la conservazione del vecchio modello familiare e sociale. Herzl non era affatto un innovatore nel senso che questo termine ha assunto nel corso del Ventesimo secolo. La sua è stata un'operazione di “marketing politico”: vendere alle masse diseredate uno Stato degli e per gli ebrei (non “ebraico”, come viene erroneamente tradotto dal curatore). Tutto questo alla luce di una visione paternalistica della società, dove i “migliori” (gli uomini d'onore) indicano la via da percorrere con il loro esempio e il loro sacrificio. La sensibilità e l'intelligenza, d'altronde, ben poco hanno permesso a Herzl e alle persone come lui di sfuggire alla sensazione di inadeguatezza e al complesso d'inferiorità nei confronti della maggioranza "ariana" nella Vienna di fine secolo. Il messaggio dei feuilletons è quindi “negativo”: la sensibilità borghese consente la contemplazione delle belle forme ma è inefficace di fronte al mondo. Paradossalmente, le tanto bistrattate opere teatrali nascondono verità assai più efficaci sulla visione herzliana rispetto alle descrizioni feuilletonistiche, pur illustrando i limiti del suo sforzo: unire la sensibilità borghese e la morale aristocratica.
La penna di Herzl era finora poco nota in Italia. Se si eccettuano alcune biografie giornalistiche e storiche (Elon, Coen), dell'ebreo ungherese era noto soprattutto Lo Stato ebraico, riedito negli anni Novanta dal Melangolo di Genova. Nel 2004 è apparsa la nostra edizione italiana dei Racconti filosofici (dove compaiono anche i due tradotti da Farese: La campana a sinistra e Gli occhiali), con un saggio del filosofo israeliano Jacob Golomb. Da pochi mesi la germanista Roberta Ascarelli ha tradotto il romanzo utopico Vecchia nuova Terra per Bibliotheca Aretina. Farese cita alcuni studi tedeschi sulla produzione letteraria di Herzl (Sabin e Wachten) e le considerazioni dei vecchi biografi sui limiti della sua attività teatrale (Bein). Menziona il nostro lavoro (la prima cura in assoluto in italiano) sulla sua produzione feuilletonistica, senza mai confrontarsi con le argomentazioni proposte, indubbiamente più innovative e articolate di quelle avanzate da altri studiosi stranieri e nostrani. Dobbiamo quindi ravvisare nell'introduzione l'assenza di uno sforzo interpretativo e la considerazione dei migliori lavori prodotti anche in Italia sul tema del sionismo.
Le lacune analitiche, derivanti forse da una formazione troppo letteraria, non debbono tuttavia sminuire il valore dell'edizione italiana degli scritti herzliani a cura del germanista irpino, la cui traduzione è scorrevole, a tratti coinvolgente e di facile accesso anche ai profani. Speriamo che quest'edizione sappia preparare una stagione di studi e di traduzioni di altro materiale di Theodor Herzl, figura rilevante per capire non solo la storia degli ebrei e d'Israele ma anche i vizi e le virtù della borghesia europea a cavallo fra Otto- e Novecento.
Casella di testo
Citazione:
Theodor Herzl, Feuilletons, a cura di Giuseppe Farese (recensione di Vincenzo Pinto), "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", II, 2, novembre 2013
url: http://www.freeebrei.com/anno-ii-numero-2-luglio-dicembre-2013/theodor-herzl-feuilletons-a-cura-di-giuseppe-farese