Riccardo Ghezzi, L'associazionismo filo-israeliano in Italia

"Free Ebrei", VI, 2, settembre 2017

L'associazionismo filo-israeliano in Italia

di Riccardo Ghezzi

Abstract

Riccardo Ghezzi gives an account on pro-Israeli associations in Italy and the existence of different political and cultural sensibilities.

C’è vita in Italia per quanto riguarda l’associazionismo pro Israele. A non mancare, di certo, è la dinamicità, in ogni suo aspetto. Tante le sigle, quasi tutte attive sul territorio ed anche on line. Non tutte le associazioni e le reti hanno buoni rapporti tra loro, ma fa parte del gioco: il famoso e divertente proverbio “Due ebrei, tre opinioni” vale evidentemente anche per i sionisti, i simpatizzanti di Israele.

Ed è proprio qui che sta il bello: le associazioni pro Israele riscuotono curiosità e consensi anche da parte di tanti italiani non ebrei, che si iscrivono perché vogliono restare informati su Israele o aderire alle iniziative. Sono due le principali organizzazioni che sono state in grado di costruire una rete capillare su tutto il territorio italiano: Udai e la Federazione Associazioni Italia-Israele.

Udai è l’Unione delle Associazioni pro Israele, la sigla richiama quella storica datata anni ‘70 dell’Unione Democratica Amici di Israele. Fortemente voluta da Angelo Pezzana, fondatore del sito Informazione Corretta, Udai riunisce dodici associazioni territoriali: Roma, Milano, Torino, Brescia, Lecce, Bolzano, Lodi, Trieste, Livorno, Asti, Cuneo e Alba. Il primo congresso nazionale Udai si è tenuto nella splendida cornice del Tempio italiano di Gerusalemme, lo scorso 23 maggio, mentre nella capitale israeliana si festeggiavano i 50 anni della riunificazione (la prestigiosa vittoria militare nella guerra dei Sei giorni) con tanto di visita del presidente statunitense Donald Trump.

Anche Firenze faceva parte della rete Udai, ma proprio dopo il congresso c’è stato lo strappo: due ebrei, tre opinioni, dicevamo. Si può parafrasare: due sionisti, tre opinioni. Poco male, in ogni caso, per Udai, che continua nella sua attività: raccontare e far conoscere Israele oltre il conflitto, evitando di polarizzarsi sulla questione Israele-Palestina. Israele come realmente è, al di là delle conflittualità già ampiamente trattate (e spesso deformate) dai media.  Tutto questo grazie a viaggi, iniziative, incontri, eventi culturali.

Come si può notare, la rete Udai è attiva principalmente in Piemonte, con ben quattro associazioni su dodici (Torino, Asti, Cuneo e Alba, ben due nella Provincia Granda). In generale, è il nord Italia a fare la parte del leone, con altre tre associazioni in Lombardia (Milano, Brescia, Lodi), una in Friuli Venezia Giulia (Trieste) e una in Alto Adige (Bolzano) per un totale di nove su undici. Al sud l’unica bandiera è quella di Lecce; nella capitale Roma c’è invece l’Associazione Romana Amici di Israele di Flaminia Sabatello. Il 16-17 settembre ci sarà un nuovo Congresso dell’Udai, proprio a Roma.

 

La Federazione Associazioni Italia-Israele invece, come da presentazione sul sito, “coordina le attività svolte dalle singole Associazioni e le rappresenta nei rapporti istituzionali, in Italia e a livello internazionale”. Le finalità sono a grandi linee le stesse di Udai, far conoscere Israele ad ogni livello senza focalizzarsi troppo sul conflitto israelo-palestinese. In teoria, la Federazione dovrebbe raccogliere sotto di sé tutte le varie Associazioni Italia-Israele locali, in pratica alcune di queste hanno preferito confluire in Udai (“due sionisti, tre opinioni”). Le associazioni locali aderenti sono: Milano, Reggio Calabria, Napoli, Cesena, Gorizia, Udine, Pordenone, Frosinone, Genova, Ventimiglia, Varese, Vercelli/Novara, Bari, Cagliari, Palermo, Catania, Grosseto, Siena, Foligno, Perugia, Vicenza, Padova, Treviso, Venezia, Verona.

 

Anche in questo caso, il nord fa la parte del leone, con cinque associazioni in Veneto (Vicenza, Padova, Treviso, Venezia, Verona). Piccola nota di colore: il sito della Federazione elenca ancora alcune associazioni che sono entrate invece in Udai: Alba, Asti, Cuneo, Torino, Brescia, Firenze (poi rimasta autonoma e non aggregata ad alcuna rete), Roma. Fa parte della dialettica dell’associazionismo sionista italiano.

A Milano, invece, le associazioni sono davvero due: l’Associazione Italia-Israele di Milano che aderisce alla Federazione e l’Associazione Milanese Pro Israele, recentemente fondata da Alessandro Litta Modignani, che aderisce invece all’Udai. A dir la verità, nel capoluogo lombardo c’è anche una terza associazione assai attiva: è ADI, Amici di Israele, “associazione spontanea, apartitica, senza pregiudiziali di sorta”, “Costituita da persone di ogni estrazione sociale, religiosa, ideologica, non da professionisti della comunicazione desiderosi di imporre verità precostituite”. L’associazione organizza “convegni, studi, ricerche, occasioni di incontro”. Presidente è Eyal Mizrahi, segretario generale Davide Romano, che è anche assessore alla cultura della comunità ebraica di Milano. Nel comitato d’onore troviamo pure il già citato Angelo Pezzana. 

Adi-Amici di Israele è legata alla Federazione Sionistica Italiana, nella quale confluiscono i vari Gruppi Sionistici locali: i più attivi sono a Torino, dove dopo sette anni di inattività è tornato il Gruppo Sionistico Piemontese grazie ad Emanuel Segre Amar, e a Milano, dove invece la situazione è in via di definizione (anche in questo caso c’è dialettica interna).

Ci sono poi altre associazioni “a tema”. Ad esempio, l’associazione Adei (Associazione Donne Ebree d’Italia), federata alla Wizo (Women’s International Zionist Organization), si occupa di raccolta fondi da destinare alle fasce più deboli della popolazione israeliana: donne, anziani, bambini. Uno dei progetti di Adei Wizo ha contribuito alla ricostruzione di un asilo a Sdeirot che era stato colpito da un missile lanciato da Gaza. Ha sedi ad Ancona, Genova, Milano, Parma, Torino, Bologna, Livorno, Modena, Pisa, Trieste, Ferrara, Taranto, Napoli, Roma, Venezia, Firenze, Merano, Padova, Siena e Verona. Come dice il nome stesso, l’iscrizione all’associazione è riservato solo alle donne ebree. Il principale braccio operativo di raccolta fondi del Movimento Sionista e dell’Agenzia Ebraica resta, a livello mondiale, il Keren Hayesod, istituzione israeliana con ramificazioni in tutto il mondo, Italia compresa. Gli obiettivi principali sono il salvataggio degli ebrei dalle zone di pericolo, la loro emigrazione in Israele e il finanziamento delle spese per la loro integrazione. In Italia l’ufficio centrale è a Milano, ma c’è anche una sede a Roma.

Il Keren Kayemeth LeIsrael (KKL) è invece la più antica organizzazione ecologica al mondo: i suoi obiettivo sono lo sviluppo, la bonifica e il rimboschimento di Israele. Raccoglie fondi e promuove studi e ricerche. Tra le iniziative di sostegno, anche la possibilità di donare un albero da piantare in Israele. Anche il KKL Italia ha due sedi, una a Milano e una a Roma.

Infine, non si può non citare L’Osservatorio Solomon, dell’avvocato Barbara Pontecorvo, un progetto fondato con lo scopo di denunciare e combattere le discriminazioni e l’antisemitismo. L’Osservatorio Solomon è particolarmente attivo nella lotta contro il movimento Bds, Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro lo Stato di Israele.

Ne emerge un quadro variopinto, vivace, senza dubbio positivo: le associazioni sono numerose, attive, ed anche le divisioni interne e la dialettica fanno parte del mondo del sionismo italiano. 

Casella di testo

Citazione:

Riccardo Ghezzi, L'associazionismo filo-israeliano in Italia, "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", VI, 2, settembre 2017

url: http://www.freeebrei.com/anno-vi-numero-2-luglio-dicembre-2017/riccardo-ghezzi-lassociazionismo-filo-israeliano-in-italia