Lettera aperta di Andrea Giacobazzi

"Free Ebrei", I, 2, ottobre 2012

Lettera aperta sulle recenti polemiche relative al mio articolo

di Andrea Giacobazzi

Abstract

Open Letter from Andrea Giacobazzi about his controversial interpretation of Zionism and Jewish collaboration before the Second World War.

Gentile Dott. Pinto,

scrivo queste poche righe per puntualizzare alcuni aspetti.

Dico subito che non darò luogo ad una risposta organica sui miei studi, già recensiti nelle pagine di Free Ebrei, e nemmeno sulla sua replica al mio articolo. Cavallerescamente mi piace accettare critiche e anche attacchi senza dover per forza controbattere in un’infinita discussione che potrebbe assumere tinte autoreferenziali. Mi permetta tuttavia di puntualizzare alcuni passaggi.

Innanzitutto una conferma. Sono cattolico, questo sì, cattolico senza aggettivi e pennacchi. Cattolico per scelta, non per opportunità o per inerzia. I miei genitori non frequentano i Sacramenti. Anche alla luce di questo vorrei precisare che non posso associarmi alla distinzione tra “Gesù ebreo” e “Cristo Redentore” che viene proposta nel suo testo.

Da ragazzino mi sentivo di “destra” – virgolette d’obbligo - ma accostarmi oggi alla “destra culturale italiana” non mi pare esatto. Pur senza cadere in una banale antipolitica, rigetto fermamente ogni dicotomia destra-sinistra e fascismo-antifascismo: campi ormai ridotti a opposte tifoserie, definizioni utili ad incasellare, etichettare e quindi ad isolare. Non parlo evidentemente di lei ma dell’uso complessivo che di questi “marchi” viene fatto.

Sebbene non sia tenuto a farlo, vorrei inoltre dire che nei miei rapporti culturali non esistono solo cattolici o simpatizzanti della cosiddetta “destra”. Esistono anche tanti comunisti, “democratici”, sostenitori della “sinistra”, liberali (la mia famiglia è di vecchie simpatie liberali), ebrei e musulmani. Ho sempre giocato a tutto campo, senza chiedere passaporti ideologici a nessuno dei miei interlocutori. Non credo che il possesso di questa, quella o di nessuna patente identitaria conferisca un particolare bollino di garanzia.

La prima presentazione del mio primo libro la feci presso il circolo “il nome della Rosa” di Giulianova, retto da un anarchico. Al convegno di Reggio Emilia sul sionismo (giugno scorso) il mio era l’unico intervento fatto da un relatore che non fosse di formazione marxista. Non sono mancati ebrei, tra i miei amici e conoscenti, che hanno guardato a ciò che ho scritto con interesse e rispetto.

Più che di me, vorrei però parlare di un tema che mi pare di maggiore interesse, ovvero: non credo nella necessaria applicazione del principio di tesi, antitesi e sintesi. Non mi identifico come l’antitesi di chi mi vorrebbe censurare o di chi si fa paladino del “politically correct” storiografico. Dubito che la conseguenza di questo eventuale dibattito possa sublimarsi in una sintesi equilibrata. Anche se può apparire autoevidente, credo che ciascuno debba tendere ad una ricerca genuina e seria, pur con tutti i limiti che questo processo implica. C'est tout.

Siccome si è voluta sottolineare la mia Fede Cattolica, userò questo aspetto per ribadire un principio semplice che ho cercato di far mio e che da questa Fede è scaturito: la ricerca del vero.

Quando ciò che si cerca è la verità, immediatamente le strategie, le appartenenze alle diverse “scuole”, i vari ruoli di tesi e di antitesi finiscono in secondo o in terzo piano.

Continuerò anch’io, nel mio piccolo, a fare il “battitore libero”, senza sponsor.

Come ebbi già modo dire in occasione delle polemiche del marzo scorso, probabilmente nel prossimo futuro - come già fatto in passato - mi occuperò di argomenti diversi dall’ebraismo.

La verità è ampia.

Con la stima di sempre,

Andrea Giacobazzi

Casella di testo

Citazione:

Andrea Giacobazzi, Lettera aperta sulle recenti polemiche relative al mio articolo, "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", I, 2, ottobre 2012

url: http://www.freeebrei.com/anno-i-2-luglio-dicembre-2012/lettera-aperta-di-andrea-giacobazzi