daniela-franceschi-ebrei-sul-corriere-della-sera-1894-1906-i-pogrom-in-russia

I pogrom in Russia, episodi di antisemitismo nell’impero austroungarico e in Romania

 

 

Nel periodo 1894-1902 il giornale registrò episodi isolati di violenza antiebraica in Russia distanti nel tempo, limitandosi a pubblicare brevi dispacci di agenzia senza approfondimenti o giudizi[i].

Le violenze antisemite avvenivano quasi sempre in prossimità delle feste pasquali; per esempio, nell’aprile del 1903[ii] a Kishinev si segnalavano dimostrazioni contro la minoranza ebraica. Vari fattori contribuirono a rendere l’ambiente sociale ostile: l’omicidio di un ragazzo rimasto insoluto, le prediche dei sacerdoti, la propaganda del giornale “Bessarabets”. Gli eccidi avvennero nella completa indifferenza delle autorità locali, per esempio il governatore della Bessarabia Von Raaben fece intervenire l’esercito solamente dopo severi ordini del governo centrale.

Secondo il “Times”, il massacro era opera di bande armate, distribuite in tutta la città e libere di agire, prima dell’intervento dell’esercito. Le maggiori responsabilità ricadevano sulla propaganda del “Bessarabets”[iii].    

I processi contro gli imputati si conclusero con lievi pene pecuniarie e detentive. Il giornale “Bessarabets” non fu sottoposto a nessuna inchiesta, anche se istigò la popolazione al massacro. Il governatore Von Raaben fu condannato al risarcimento dei danni materiali, ma non fu deposto e ottenne un altro incarico[iv].

 

 

 

 

 

Il giornale riproduceva una lettera del ministro dell’interno russo Pleve al generale Von Raaben, dalla quale risulta come il governo centrale conoscesse anticipatamente la data del massacro[v]. “ È venuto a mia conoscenza che in tempi non lontani, nella provincia che vi è affidata, ci saranno dei disordini contro gli ebrei, ritenuti sfruttatori delle popolazioni locali. Visto il fermento che è dovunque e che cerca un pretesto per scoppiare; vista la decisiva non desiderabilità (Sic) di dare ansa ai sentimenti antisemiti presso un popolo che non è ancora guasto dalla propaganda criminosa, Vostra eccellenza cercherà che i disordini previsti cessino colle esortazioni senza domandare l’aiuto della forza armata”.

Solo pochi giornali russi parlarono con accuratezza dell’eccidio, la maggior parte pubblicò solo notizie molto frammentarie e generali.

Il “National Zeitung” osservava come sia la stampa sia il pubblico occidentale ricevessero una visione inesatta dei massacri di Kishinev, con una forte connotazione antisemita[vi]. Si trattava in realtà di una manifestazione del malessere che coinvolgeva le masse contadine e operaie, non era un fatto isolato, ma un nuovo sintomo, fra i tanti, del malcontento della popolazione. Attenuando l’aspetto politico della manifestazione e aumentando quello antisemita, l’operato di Von Raaben appariva sotto un’ottica migliore.

Il “Times” pubblicava un’inchiesta condotta da un giornale socialista russo negli ambienti militari, da cui risultava che i disordini antisemiti furono preparati dal ministro dell’interno De Pleve per impedire l’applicazione delle riforme annunciate dallo zar. Secondo l’inchiesta, lo zar avrebbe voluto mandare dei soccorsi alle vittime, ma il ministro lo sconsigliò. De Pleve si accaniva contro gli israeliti data la posizione predominante della gioventù ebraica all’interno del movimento rivoluzionario[vii]. Egli offrì anche un miglior trattamento se i giovani ebrei si fossero astenuti dal combattere il governo.

Il giornale inglese informava come nei giorni precedenti il massacro, il Santo Sinodo distribuì un opuscolo religioso, incitando alla rivolta contro gli israeliti[viii]. Il documento fu diffuso fra la popolazione cristiana, e la esortava ad uccidere gli ebrei per vendicare la crocifissione di Cristo, li si accusava di omicidi rituali e della morte di un ragazzo. Il manifesto si concludeva così “ In nome del Salvatore che versò il suo sangue. In nome del nostro piissimo padre, lo Zar, che prende cura del suo popolo e lancia manifesti per sollevarlo. Gridiamo: Abbasso gli ebrei !Uccidete questi infami, questi bevitori di sangue che si inebriano anche del nostro sangue russo. I nostri soldati non sono ancora diventati ebrei e ci aiuteranno ad uccidere questi infami. Noi siamo numerosi, siamo il partito degli operai veramente cristiani”. Il manifesto fu distribuito a tutti i proprietari di officine e di osterie con l’ordine di diffonderlo tra gli operai e i clienti, sotto minaccia di rappresaglie.

Il “Times” ricordava come l’ex ambasciatore britannico in Russia Rumbold, ritenendo i disordini causati dalla credenza popolare degli omicidi rituali, credesse necessario l’intervento dello zar per frenarli, smentendo l’accusa con un decreto[ix]. Durante il suo soggiorno in Austria scoppiarono dei disordini antisemiti in Boemia, egli discusse con il nunzio pontificio sulla necessità di una dichiarazione del Papa volta a smentire l’accusa di omicidio rituale. Ma per il suo interlocutore i tumulti avevano una matrice politica, tuttavia avrebbe parlato al pontefice della questione. Rumbold non ottenne alcun risultato positivo, ma rimaneva convinto che solo una dichiarazione congiunta del pontefice e dello zar avrebbe messo fine agli eccidi.

Il presidente Theodore Roosevelt era intenzionato a prendere pubblicamente posizione, data la grande indignazione suscitata negli Stati Uniti. Secondo il “Daily Telegraph” il presidente era deciso a trasmettere una petizione degli ebrei americani, che si appellavano allo zar per un migliore trattamento dei loro correligionari[x]. Tramite l’ambasciata di Washington, il governo russo, prevenendo il gesto diplomatico americano, esprimeva forte rammarico per l’istanza, respingendola non per ostilità verso gli Stati Uniti, ma perché non accettava intromissioni nella sua politica interna[xi]

La petizione fu depositata negli archivi del ministero degli esteri americano, in conformità ai desideri di Theodore Roosevelt che avrebbe dovuto presentarla[xii]. Il giornale riportava anche la lettera inviata dal segretario agli esteri John Milton Hay[xiii] al presidente dell’associazione ebraica americana: “È con molto piacere che accetto l’incarico di conservare tale importante e significante documento. Benché la vostra petizione non sia giunta al suo indirizzo, il suo testo ha ottenuto una pubblicità mondiale, tutti lo hanno conosciuto. La petizione sarà sempre memoranda non solo a causa del suo contenuto, ma anche per il numero e l’importanza delle firme, tra cui sono i nomi di uomini eminenti della nostra generazione, famosi per intelligenza e filantropia. Quando coloro che studiano la storia, esamineranno tale documento, si chiederanno come mai i firmatari della nota, provando una profonda indignazione per l’intollerabile condizione imposta ad esseri deboli e innocenti, hanno potuto esprimersi in uno stile così eloquente e grave, ma così degno e moderato. La petizione sarà conservata fra i tesori dell’archivio di questo dipartimento degli esteri.”

Il pogrom di Kishinev fu l’unico che destò l’interesse degli Stati Uniti, non rilevabile per gli eccidi successivi. Il giornale continuò ad interessarsi alle violenze contro gli israeliti, attraverso dispacci di agenzia e articoli di giornali tedeschi, inglesi, russi, anche se in città diverse dell’impero russo tutti conservavano la stessa tragica trama[xiv]. È in ogni modo da mettere in evidenza la sollecitudine del “Corriere della Sera” nel tenere sempre informato il lettore degli avvenimenti in Russia.

Non ci sono altri commenti sui pogrom, a parte i qualificati contributi di Luigi Barzini e Antonio Albertini, ma la costante posizione degli articoli in prima pagina denota un significativo interessamento. Tuttavia, si può notare come gli interventi dei due giornalisti differiscano dall’atteggiamento abituale del giornale, improntato alla comprensione e alla difesa della minoranza israelita.

Luigi Barzini, infatti, riconosce lo stato di brutale oppressione cui sono sottoposti gli ebrei ma li giudica falsi, paurosi, avversi, utilizza l’espressione antisemita “Paese ospitante” anziché patria. Particolarmente quando scrive dell’ambito religioso emerge un forte astio, descrivendoli come isolati all’interno di una “setta”, imprigionati dal fanatismo e dalla rigidità del Talmud. Il giornalista dimostra di possedere una conoscenza superficiale e inesatta della condizione israelita, per esempio, affermando che gli ebrei tentavano con l’inganno il servizio militare, quando in realtà ragazzi di 11-13 anni erano sottratti a lungo con la forza alle famiglie, e sottoposti a lavori ed esercitazioni estenuanti in regioni remote dell'impero russo.  Nella prima parte dell’articolo si sofferma sui processi agli autori delle violenze, celebrati a porte chiuse e conclusi con lievi condanne, che non avrebbero scoraggiato la ripetizione degli eccidi, ricorrenti specialmente in occasione di festività religiose cristiane[xv]. La folla riscuoteva una tacita approvazione del suo operato nel comportamento del governo, delle forze dell’ordine e della magistratura. Nel corso degli anni, le violenze antisemite in Russia erano sempre più dure e crudeli. Se dopo l’assassinio dello zar Alessandro II, si limitavano al saccheggio e alle percosse o al danno alle cose più che alle persone, ora, si uccidevano gli ebrei.

L’origine di questi eccessi era rintracciabile nel sentimento che animava la popolazione dopo la morte dell’imperatore. Si doveva trovare un colpevole, e con il concorso della stampa, si addossò la colpa agli ebrei. Una delle voci ricorrenti parlava di un’ordinanza dello zar, spronante al saccheggio e alle violenze; l’editto non sarebbe stato pubblicato a causa di funzionari corrotti dagli israeliti. Il popolo si faceva forte della presunta ordinanza, e quindi perseguitando gli ebrei, credeva di obbedire allo zar. Tale comportamento era appoggiato dalle forze dell’ordine, che, a parere del giornalista, trovavano nei tumulti del popolo un mezzo di sfogo per soprusi e ingiustizie subite, indulgenza pericolosa in ogni caso; il male si aggravava. Il popolo somigliava ad una belva: dopo aver imparato a mordere poteva mordere da tutte le parti. Per ora mordeva gli ebrei, e in questo si trovava d’accordo con le leggi del suo Paese.

Gli israeliti erano soggetti ad una legislazione speciale, comprendente mille articoli disseminati nel digesto russo; per ogni articolo vi erano poi numerose istruzioni, palesi o segrete, e svariate circolari ministeriali.  Gli israeliti non avevano la possibilità di stabilirsi in ogni parte della Russia, la loro residenza obbligatoria comprendeva solamente la Polonia, una parte della piccola Russia e una della nuova Russia: in altre parole, nelle regioni più a rischio di sollevazioni della popolazione, che potevano addossarsi gli israeliti come uno dei tanti mali presenti.

Soltanto all’ebreo con titoli accademici era concesso di stabilirsi dovunque, ma l’accesso allo studio universitario era quasi interdetto, solo il 3-5% poteva frequentare l’università. Comunque, il possesso di un titolo non permetteva sempre la possibilità di esercitare una libera professione, ed anche l’impiego nella pubblica amministrazione era totalmente interdetto. Gli israeliti non potevano avere terre, né beni rurali, non potevano prenderne in affitto, né avevano il diritto di avere ipoteche in garanzia; non potevano abitare in campagna, fuori delle borgate e delle città.

La Polonia, che alla fine del medioevo, aveva accolto gli ebrei per lo sviluppo dell’economia, ne vide aumentare notevolmente il numero e quando fu in parte inglobata dalla Russia, venne a costituire per la potenza occupante un problema, data la consistenza di tale minoranza. Gli ebrei, a dire di Barzini, si erano rinchiusi all’interno di una setta, termine evidentemente improprio, non potendo progredire, né assimilare cultura e civiltà, ricadevano nel fanatismo e nella implacabile rigidità del Talmud. Per quanto concerneva l’ambito dell’istruzione istituirono delle scuole proprie in cui si insegnava la lettura dei libri sacri e la lingua ebraica.

L’ebreo russo, cui erano sottratti tutti i diritti, appariva disprezzabile, i russi gli rimproverano di tenersi separato e impenetrabile, ma non si accorgevano che era così perché così essi stessi lo avevano reso tale. Gli rimproveravano di non dimostrare affetto per il Paese che lo ospitava, di tentare anche con la frode il servizio delle armi (è assurdo che qualcuno tentasse anche con la frode un servizio militare, soprattutto uno rigoroso come il russo), ed era vero; ma sarebbe stato inaudito e sovrumano il contrario; assurdo che esso amasse chi lo offendeva, lo calpestava, lo perseguitava sempre.

Per Antonio Albertini[xvi] vi erano svariate motivazioni alla base dei disordini dilaganti in tutta la Russia: disapprovazione per le ridotte libertà concesse dallo zar, malcontento di elementi locali che sfogavano la loro ira contro gli ebrei[xvii]. L’agitazione antisemita aveva un carattere “conservativo”, mirante ad impedire la concessione di maggiori libertà rispetto al manifesto imperiale, ovvero i pogrom divenivano un utile diversivo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli altri problemi interni. Il giornalista non riteneva il governo centrale o le autorità provinciali direttamente responsabili, ma semplicemente incapaci di creare un apparato di sicurezza tale da evitare gli eccidi. Invero Albertini non si rendeva conto che le autorità governative, centrali e periferiche, conoscevano perfettamente i rischi per la minoranza ebraica ed erano direttamente implicate nelle violenze [xviii].                                        

Per quanto concerne l’impero austroungarico, il giornale si affidò a brevi dispacci di agenzia, senza alcun commento, per informare degli episodi di antisemitismo[xix] e delle discussioni alla Camera ungherese per il riconoscimento della religione ebraica come religione protetta dallo Stato al pari delle confessioni cristiane[xx]. Ma dedicò molto spazio alla vicenda di Leopold Hilsner[xxi], israelita di Boemia, condannato a morte per omicidio nel settembre del 1899[xxii]. Il giornalista, che non firmava l’articolo, riteneva il processo, appena conclusosi, fortemente indiziario[xxiii]. Le prove consistevano nella mancanza di alibi, in alcune macchie di sangue rinvenute su un abito, nella reputazione di uomo violento; elementi non sufficienti, in ogni caso, a indicare Hilsner con assoluta certezza come il colpevole. L’attenzione era focalizzata prettamente sulle accuse degli antisemiti locali che ritenevano la vittima, Agnese Hinza, uccisa per fornire agli ebrei sangue cristiano; proprio questo aspetto deve aver portato il quotidiano a interessarsi particolarmente all’accaduto. È da mettere in risalto che già l’anno prima il “Corriere della Sera” prese una netta posizione riguardo all’accusa di omicidio rituale, definendola assurda e “fonte di odio fra le classi sociali”[xxiv], intendendo classi sociali come società civile. Anche il “Tageblatt” e la “Neue Freie Presse” biasimavano il verdetto, supponendo un errore giudiziario imputabile a pregiudizi antisemiti.

Leopold Hilsner citò in giudizio come autori dell’omicidio due correligionari, ma costoro dimostrarono di avere un alibi[xxv]. Secondo l’articolista, negli animi non esasperati dall’antisemitismo, si faceva sempre più strada la convinzione che l’uomo fosse innocente; ma l’inesorabilità altrui nel ritenerlo colpevole gli fece forse tentare una via di possibile, parziale salvataggio.

Nel novembre del 1900, il giornale riportò la notizia della seconda condanna a morte per il giovane israelita dopo il processo d’appello[xxvi]. Secondo la sentenza, l’omicidio avvenne a scopo di usare violenza alla vittima, l’imputato fu ritenuto colpevole anche della morte di un’altra donna, Maria Klima, nonostante dei testimoni dichiarassero che era ancora viva e abitava in un villaggio vicino. L’articolo si concludeva affermando che nonostante il tribunale non ritenesse valida l’accusa di omicidio a scopo rituale, l’opinione pubblica e gli antisemiti vi insistevano ancora.

Due anni dopo la vicenda di Leopold Hilsner, il giornale tornò ad occuparsi di un presunto omicidio rituale di uno studente boemo a Konitz[xxvii]. Il quotidiano antisemita “Staatsbuerger Zeitung” pubblicava articoli su articoli che confermavano le accuse e spronava la popolazione a saccheggi e violenze[xxviii], provocando anche l’incendio e la distruzione della sinagoga[xxix].

Il giornale evidenziò, attraverso brevi articoli pubblicati in prima pagina[xxx], come la posizione degli ebrei romeni si stesse deteriorando, infatti negli anni successivi si rinnovarono simili episodi di violenza e intolleranza.

Il governo procedeva con varie proposte di legge a limitare la loro libertà: proibizione di proseguire gli studi superiori, di far parte dell’esercito, imposizione di forti tasse[xxxi]. Nel Paese era viva una forte propaganda antisemita che le autorità sembravano condividere pienamente. La società dei riservisti israeliti di Bucarest, fortemente impressionata dalle intenzioni governative, decise di tenere un comizio di protesta, che fu però interrotto da membri del comitato nazionale studenti provocando una rissa. Da quel giorno il comitato si prodigò nel diffondere manifesti e giornali, che invitavano la popolazione al massacro degli ebrei, con frasi del tipo: “ Cittadini ! mostrate agli ebrei che siamo stanchi di loro, che ci hanno abbastanza avvelenato l’anima e il corpo. La lotta che si è aperta fra noi e gli ebrei è la lotta di vita o di morte : è questione dell’esistenza nostra come nazione.”[xxxii] In un altro manifesto invitante la popolazione ad una dimostrazione contro gli israeliti, si leggeva nella conclusione: “ Rumeni ! venite tutti, grandi e piccoli: la lotta è ingaggiata e non ci arresteremo finché la Romania non sarà dei rumeni.”[xxxiii] 

Dato il clima di tensione fu sufficiente, durante una manifestazione antisemita, che si spargesse la voce secondo cui gli ebrei erano armati e avevano ucciso un cristiano, affinché la folla saccheggiasse i negozi israeliti e maltrattasse brutalmente chi voleva difendere la sua proprietà o si trovava casualmente da quelle parti.

Il contegno del governo e delle forze dell’ordine fu fortemente equivoco; infatti la polizia non ritenne opportuno intervenire, nonostante nella città da alcuni giorni regnasse un clima di violenza. Il governo fu oggetto di rimostranze da parte delle rappresentanze diplomatiche, poiché molti esercizi commerciali danneggiati appartenevano a stranieri. Difficilmente le autorità avrebbero potuto far cessare un’agitazione fomentata da tanto tempo. L’articolo si concludeva con una frase ripresa da un giornale romeno, critico verso il comitato nazionale studenti: ”Che dirà l’Europa civile quando il telegrafo annuncerà che gli studenti romeni hanno devastato i quartieri degli ebrei?”[xxxiv].

 

 

 Note

 

[i] Cfr. Orrendi eccessi contro gli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 17-18 dicembre 1894.

La feroce persecuzione degli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 11-12 marzo 1897.

Il massacro di una famiglia Israelita, “Corriere della Sera”, 17-18 dicembre 1900.

Il massacro di una famiglia russa, “Corriere della Sera”, 18-19 dicembre 1900.

Antisemitismo nel Caucaso, “Corriere della Sera”, 4-5 giugno 1901.

Sanguinose dimostrazioni antisemite in Galizia, “Corriere della Sera”, 14-15 settembre 1902.

Torbidi antisemiti in Russia, “Corriere della Sera”, 15-16 settembre 1902.

[ii] Violenze antisemitiche in Russia. 25 morti e circa 300 feriti, “Corriere della Sera”, 24 aprile 1903.  

[iii] Le responsabilità del massacro di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 7 maggio 1903.

Le responsabilità del massacro di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 7 maggio 1903.

Gli eccidi degli ebrei a Kiscineff, “Corriere della Sera”, 8 maggio 1903.

Da Berlino. Dopo i disordini di Kiscineff. Un Giornale brigantesco. Arresti di signore, “Corriere della Sera”, 9 maggio 1903.

Da Berlino. Il terrore degli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 23 maggio 1903.

Da Berlino. Timore degli ebrei a Pietroburgo, “Corriere della Sera”, 28 maggio 1903.

La caccia gli ebrei a Kiscineff. Racconti di orribili crudeltà. Un documento sottratto, “Corriere della Sera”, 15 maggio 1903.

Da Berlino. Le cause dei massacri di Kiscineff. Un complotto contro i governatori, “Corriere della Sera”, 22 maggio 1903.

Da Berlino. Le proteste pei massacri di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 28 maggio 1903.

Le domande degli ebrei di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 29 maggio 1903.

Ammonimenti e proteste pei fatti di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 9 giugno 1903.

[iv] Condanne risibili, “Corriere della Sera”, 29 maggio 1903.

[v] La caccia gli ebrei a Kiscineff. Racconti di Orribili crudeltà. Un documento sottratto, “Corriere della Sera”, 15 maggio 1903.

[vi] Da Berlino. Le cause dei massacri di Kiscineff. Un complotto contro i governatori, “Corriere della Sera”, 22 maggio 1903.

[vii] Da Londra. La preparazione dei massacri di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 5 luglio 1903.

[viii] Il massacro degli ebrei a Kiscineff. L’appello alla Strage, “Corriere della Sera”, 16 luglio 1903.

[ix] Il rimedio contro i disordini. Necessario Intervento dello Zar e del Papa, “Corriere della Sera”, 10 giugno 1903. 

[x] Cfr. Da Londra. La petizione americana per i fatti di Kiscineff. Roosevelt e il governo russo, “Corriere della Sera”, 27 giugno 1903.  

La petizione americana allo zar per i fatti di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 28 giugno 1903.

Da Londra. L’incidente Russo- Americano a proposito dei fatti di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 30 giugno 1903.

L’incidente della petizione americana allo Zar. La petizione degli israeliti sarà inviata, “Corriere della Sera”, 3 luglio 1903.

La petizione degli ebrei americani, “Corriere della Sera”, 11 luglio 1903.

[xi] Cfr. Da Londra. L’incidente russo - americano pei fatti di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 4 luglio 1903.

[xii] La petizione di cinquantamila ebrei depositata al ministero degli esteri d’America, “Corriere della Sera”, 2 novembre 1903.

[xiii]Cfr. Dictionary of American Biography, New York, Charles Scribner’s sons, 1959-1960, pp. 430-436.

[xiv] Cfr. Miglioramenti nelle condizioni degli ebrei russi, “Corriere della Sera”, 6 agosto 1903.

 I disordini antisemiti in Russia, “Corriere della Sera”, 19 settembre 1903.

La nuova Kiscineff. Numerosi ebrei uccisi o feriti a Gomel, “Corriere della Sera”, 24 settembre 1903.

I disordini antisemiti di Gomel, “Corriere della Sera”, 25 settembre 1903.

Una battaglia tra contadini ed ebrei in Russia. 300 ebrei e 100 contadini uccisi, “Corriere della Sera“, 3 ottobre 1903.  

I massacri di Mohilefff. Timori di notizie più gravi, “ Corriere della Sera”, 4 ottobre 1903.

Da Gomel a Mohileff. Una minaccia e una paternale agli ebrei, “Corriere della Sera”, 6 ottobre 1903.

Gli eccidi antisemiti di Gomel. Le proteste degli ebrei, “Corriere della Sera”, 28 ottobre 1903.

L’istruttoria pei fatti di Gomel. Una generalessa che eccita al massacro. Fanciulli ammazzati, “Corriere della Sera”, 28 ottobre 1903.

Il processo pel massacro di Kiscineff. Duemila testimoni, “Corriere della Sera”, 15 novembre 1903.

La sentenza per i massacri di Kiscineff, “Corriere della Sera”, 22 dicembre 1903.

Dopo il processo di Kiscineff. Nuovo fermento contro gli ebrei, “Corriere della Sera”, 26 dicembre 1903.

Ebrei russi uccisi perché emigravano, “Corriere della Sera”, 16 gennaio 1904.

Un atto iniquo verso il patriottismo ebreo?, “Corriere della Sera”, 2 marzo 1904.

Gli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 9 marzo 1904.

Timori di nuove persecuzioni contro gli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 1 aprile 1904.

Una circolare governativa sulle famiglie ebree, “Corriere della Sera”, 7 aprile 1904.

L’odio antisemita. Gli ebrei accusati di tradimento, “Corriere della Sera”, 24 aprile 1904.

Da Vienna. Altre tragedie di ferocia antisemita a Kiscineff , “Corriere della Sera”, 4 maggio 1904.

Una concessione agli ebrei in Russia, “Corriere della Sera”, 27 maggio 1904.

Da Londra. Studio di provvedimenti in Russia per gli ebrei “privilegiati”, “Corriere della Sera”, 26 agosto 1904.

Modificazioni alla legge sugli ebrei in Russia. Il diritto di soggiorno, “Corriere della Sera”, 5 settembre 1904.

Antisemitismo sanguinario in Russia. Case saccheggiate e negozi distrutti, “Corriere della Sera”, 12 settembre 1904.

Una domanda degli ebrei, “Corriere della Sera”, 2 ottobre 1904.

Sommossa di riservisti russi. Negozi e case d’ebrei saccheggiati, “Corriere della Sera”, 28 ottobre 1904.

Truci violenze antisemite in Russia, “Corriere della Sera”, 30 ottobre 1904.

Da Parigi. Le principali riforme di libertà in Russia approvate dallo zar, “Corriere della Sera”, 29 novembre 1904.

Sollevazione di israeliti a Riga, “Corriere della Sera”, 21 gennaio 1905.

Conflitto fra socialisti e truppe a Varsavia, “Corriere della Sera”, 3 aprile 1905.

Terrore in Russia, “Corriere della Sera”, 3 aprile 1905.

Gli avvenimenti in Russia. Principio di libertà religiosa, “Corriere della Sera”, 1-2 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Perché fu concessa la libertà religiosa, “Corriere della Sera”, 1-2 maggio 1905.

 L’importanza delle riforme religiose in Russia, “Corriere della Sera”, 2 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia, “Corriere della Sera”, 4 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Città in convulsione, “Corriere della Sera”, 5 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Città saccheggiata da una folla ubriaca, “Corriere della Sera”, 5 maggio 1905.

 Sanguinosi disordini antisemiti, “Corriere della Sera”, 9 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. I sanguinosi disordini antisemiti a Scitomir, “Corriere della Sera”, 11 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. I disordini antisemiti, “Corriere della Sera”, 14 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Eccidi d’israeliti in Varsavia, “Corriere della Sera”, 26 maggio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Le tragiche giornate di Lodz, “Corriere della Sera”, 26 giugno 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Nuovi conflitti a Varsavia, “Corriere della Sera”, 26 giugno 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. In piena insurrezione. Gli eccidi di Lodz, “Corriere della Sera”, 27 giugno 1905.

 Tentativi rivoluzionari d’israeliti, “Corriere della Sera”, 7 luglio 1905.

 Uccisioni e saccheggi. La rivolta delle popolazioni agricole, “Corriere della Sera”, 9 luglio 1905.

 Lotte sanguinose a Lodz, “Corriere della Sera”, 16 luglio 1905.

 Sempre fermenti rivoluzionari. Un altro equipaggio ribelle?, “Corriere della Sera”, 18 luglio 1905.

 Minacce di Ignatieff agli israeliti di Odessa, “Corriere della Sera”, 22 luglio 1905.

 Il manifesto del governatore di Odessa contro gli israeliti, “Corriere della Sera”, 28 luglio 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Una società segreta israelita, “Corriere della Sera”, 16 agosto 1905.

 Sintomatica visita di banchieri israeliti a Witte. Missione umanitaria o preparativi per un prestito?, “Corriere della Sera”, 16 agosto 1905.

 Contro gli israeliti a Bielostok, “Corriere della Sera”, 17 agosto 1905.

 Attentato contro i finanzieri ebrei, “Corriere della Sera”, 20 agosto 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Scioperi, arresti e feriti, “Corriere della Sera”, 25 agosto 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Gravi disordini a Kiscinef e a Libau con morti e feriti, “Corriere della Sera”, 5 settembre 1905.

 Gli avvenimenti in Russia. Gli orrori antisemiti di Kiscinef. Pazzi eccidi nel Caucaso, “Corriere della Sera”, 7 settembre 1905.

Episodi di terrore nelle provincie. Lo sciopero del Caucaso, “Corriere della Sera”, 3 novembre 1905.

A Odessa continua il terrore, “Corriere della Sera”, 3 novembre 1905.

A Odessa ferocia inaudita contro gli ebrei, “Corriere della Sera”, 3 novembre 1905.

Stato d’assedio per errore a Odessa. Il saccheggio di trecento botteghe, “Corriere della Sera”, 4 novembre 1905.

Selvagge gesta della Banda nera- L’opera subdola della polizia, “Corriere della Sera”, 4 novembre 1905.

Il quarto giorno di terrore a Odessa, “Corriere della Sera”, 4 novembre 1905.

Saccheggi e bombe a Kiscineff, “Corriere della Sera”, 4 novembre 1905.

Spaventevole anarchia Odessa. Nuove orrende stragi, “Corriere della Sera”, 5 novembre 1905.

In Bessarabia. Kiscinef in fuoco, “Corriere della Sera”, 5 novembre 1905.

Gli eccidi della banda nera a Mosca, “Corriere della Sera”, 6 novembre 1905.

Morti e feriti a migliaia nelle provincie, “Corriere della Sera”, 6 novembre 1905.

Nuove stragi a Odessa. 3500 morti, 12.000 feriti, 25 milioni di danni, “Corriere della Sera”, 6 novembre 1905.

Inenarrabili torture a Odessa, “Corriere della Sera”, 6 novembre 1905.

Esodo di ebrei, “Corriere della Sera”, 6 novembre 1905.

Quanti furono i morti a Odessa, “Corriere della Sera”, 7 novembre 1905.

I massacri degli ebrei in Russia. I funebri delle vittime degli eccidi d’Odessa. Il complotto fu organizzato da Trepof, “Corriere della Sera”, 7 novembre 1905.

Esagerazioni e realtà. Le cagioni dei disordini di Odessa, “Corriere della Sera”, 7 novembre 1905.

Gli israeliti di New York per quelli russi, “Corriere della Sera”, 7 novembre 1905.

Gli avvenimenti in Russia. Episodi della settimana di terrore, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905.

Gli avvenimenti in Russia. Episodi della settimana di terrore. Continuazione dello sciopero a Varsavia.  Cento arresti in un corteo. Dimostrazione di duecentomila polacchi funebre, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905.

Gli avvenimenti in Russia. Episodi della settimana di terrore, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905.

I funerali degli ebrei trucidati a Odessa. I giornali riprendono a pubblicarsi, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905. 

Venticinque mila ebrei massacrati a Kiev?, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905.

Dodici ebrei assassinati in treno, “Corriere della Sera”, 8 novembre 1905.

Le difficoltà del nuovo governo russo. I massacri degli ebrei, “Corriere della Sera”, 9 novembre 1905.  

La domanda del consiglio di Odessa, “Corriere della Sera”, 9 novembre 1905.

Sottoscrizioni per le vittime dei disordini, “Corriere della Sera”, 9 novembre 1905. 

Undici governatori destituiti, “Corriere della Sera”, 9 novembre 1905.

L’agitazione antisemita. Le difficoltà di Witte, “Corriere della Sera”, 10 novembre 1905.

Timore d’eccessi antisemiti a Pietroburgo. I provvedimenti della Duma, “Corriere della Sera”, 11 novembre 1905.

Spaventosa situazione degli ebrei a Kiscinef. Spettacoli miserandi, “Corriere della Sera”, 11 novembre 1905.

Il pericolo sempre più grave. Le dichiarazioni di Stead, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

Le rivolta e gli eccidi in Russia. Il Santo Sinodo agli ortodossi, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

La rivolta e gli eccidi antisemiti in Russia. Angosciosa aspettazione a Pietroburgo, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

La rivolta e gli eccidi antisemiti in Russia. Le misure della polizia, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

In Russia. Terribile ansietà a Pietroburgo per i minacciati eccidi, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

In Russia. La calma a Odessa, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

Calma inquietante a Mosca. Case d’ebrei svaligiate con il concorso della truppa, “Corriere della Sera”, 13 novembre 1905.

Le misure del Santo Sinodo, “Corriere della Sera”, 13 novembre 1905.

Fuggiaschi ebrei massacrati, “Corriere della Sera”, 13 novembre 1905.

La Saint- Barthelemy di Odessa, “Corriere della Sera”, 18 novembre 1905.

Le stragi di ebrei a Kiev. Ottomila case saccheggiate e distrutte, “Corriere della Sera”, 19 novembre 1905. 

La situazione a Odessa. L’esodo- Il commercio annichilito, “Corriere della Sera”, 23 novembre 1905.

I massacri antisemiti e l’esodo degli ebrei in un possesso inglese, “Corriere della Sera”, 27 novembre 1905. 

Esodo di ebrei, “Corriere della Sera”, 6 dicembre 1905.

Saccheggi ad Odessa, “Corriere della Sera”, 11 dicembre 1905. 

Contro le stragi degli israeliti, “Corriere della Sera”, 11 dicembre 1905.

Nuovi massacri a Odessa, “Corriere della Sera”, 14 dicembre 1905.

Bombe in casa d’israeliti a Varsavia, “Corriere della Sera”, 1-2 gennaio 1906.

In Russia i figli degli ebrei nelle scuole pubbliche, “Corriere della Sera”, 6 febbraio 1906.

In Russia. Comizio d’ebrei per le elezioni, “Corriere della Sera”, 17 febbraio 1906.

Gli israeliti congedati dalle officine dello stato, “Corriere della Sera”, 13 marzo 1906. 

Contro gli incitamenti antisemiti, “Corriere della Sera”, 15 marzo 1906.

In Russia. Gli ebrei espulsi da Sebastopoli, “Corriere della Sera”, 27 marzo 1906.

In Russia Le opposizioni al prestito russo per le voci di torbidi antisemiti, “Corriere della Sera”, 11 aprile 1906.

Scoppio di una bomba in una processione. Caccia e carneficina d’ebrei, “Corriere della Sera”, 15 giugno 1906.

 Gli avvenimenti in Russia. La selvaggia battaglia di Bielostock. Numero enorme di vittime, “Corriere della Sera”, 16 giugno 1906.

Nuovi saccheggi e feroce a Bielostock. Impeto di sterminio. Trecento feriti senza soccorso, “Corriere della Sera”, 16 giugno 1906.

Timore di disordini in altre città. Voce di uno sciopero generale, “Corriere della Sera”, 16 giugno 1906.

Interpellanza alla Duma, “Corriere della Sera”, 16 giugno 1906.

Bielostock nel fuoco e nel sangue. Bombardamento, battaglia e stragi. Massacratori in agguato alla stazione. Le responsabilità dei disordini, “Corriere della Sera”, 17 giugno 1906.

Grande estensione dei massacri. Battaglia tra popolo e truppe, “Corriere della Sera”, 17 giugno 1906.

La città bombardata, “Corriere della Sera”, 17 giugno 1906.

In Russia. Giornate di sangue a Bielostock. Le vendette degli israeliti, “Corriere della Sera”, 17 giugno 1906. 

Esodo pietoso di ebrei. Arrivo di tre deputati dalla Duma, “Corriere della Sera”, 18 giugno 1906.

In Russia. La strage degli ebrei di Bielostock. Crudeltà senza nome. Seicento fra morti e feriti, “Corriere della Sera”, 18 giugno 1906. 

Le responsabilità della polizia. Duemila tra morti e feriti, “Corriere della Sera”, 18 giugno 1906.

In Russia. Il massacro di Bielostock. Il seppellimento di 74 vittime, “Corriere della Sera”, 19 giugno 1906.

Gli orrori dei massacri di Bielostock. Teste schiacciate e chiodi infissi nei crani, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

Da Londra. L’impressione in Inghilterra per gli eccidi russi, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

Nuova luce sui massacri di Bielostock. Le responsabilità della polizia, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

Domanda di misure internazionali, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

I finanzieri israeliti e l’eccidio di Bielostock, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

Misure in previsione di disordini. I massacri, opera della polizia, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

In Russia. Il panico degli ebrei di Kiev e Odessa. L’inchiesta dei deputati della Duma, “Corriere della Sera”, 20 giugno 1906.

In Russia. Disordini nei dintorni di Bielostock. Battaglia a Cronstadt smentita, “Corriere della Sera”, 21 giugno 1906.

Gli avvenimenti in Russia. I massacri previsti, “Corriere della Sera”, 22 giugno 1906.

Gli avvenimenti in Russia. La discussione della Duma sui diritti civili, “Corriere della Sera”, 22 giugno 1906.

Il comizio degli ebrei a New York. Il telegramma di Roosevelt, “Corriere della Sera”, 22 giugno 1906.

I massacri e il nunzio di Vienna. Per una manifestazione di tutti i parlamenti, “Corriere della Sera”, 22 giugno 1906.

La protesta degli ebrei berlinesi, “Corriere della Sera”, 24 giugno 1906.

Bielostock. La carneficina narrata da un giornale moderato. Per lettera dal nostro inviato speciale, “Corriere della Sera”, 24 giugno 1906.

La Duma rinvia la discussione sui fatti di Bielostock, “Corriere della Sera”, 29 giugno 1906.

Gli avvenimenti in Russia. Pogromshtciki, “Corriere della Sera”, 30 giugno 1906.

La relazione ufficiale del governo russo sui fatti di Bielostock. La causa nelle organizzazioni rivoluzionarie, “Corriere della Sera”, 5 luglio 1906.

Per la relazione dei fatti di Bielostock, “Corriere della Sera”, 5 luglio 1906.

I fatti di Bielostock, “Corriere della Sera”, 6 luglio 1906.

Gli avvenimenti in Russia. Gli orrori di Bielostock discussi alla Duma dell’impero, “Corriere della Sera”, 7 luglio 1906.

In Russia. Minacce di massacri a Varsavia, “Corriere della Sera”, 8 luglio 1906.

In Russia. Un’intervista con Trepof sulla situazione in Russia, “Corriere della Sera”, 10 luglio 1906.

In Russia. La discussione sui fatti di Bielostock. La responsabilità del governo, “Corriere della Sera”, 10 luglio 1906. 

La discussione sui fatti di Bielostock, “Corriere della Sera”, 11 luglio 1906.

In Russia. Massacri di ebrei sventati, “Corriere della Sera”, 11 luglio 1906.

In Russia. Il terrore a Varsavia, “Corriere della Sera”, 12 luglio 1906.

Quarantamila ebrei in fuga da Varsavia per timore d’un massacro, “Corriere della Sera”, 13 luglio 1906.

Timori di gravi disordini a Nikolaief, “Corriere della Sera”, 15 luglio 1906.

Incitamenti a massacri, “Corriere della Sera”, 16 luglio 1906.

Odessa saccheggiata dai cosacchi. “ Sangue fino al ginocchio”, “Corriere della Sera”, 24 luglio 1906.

Il panico ad Odessa, “Corriere della Sera”, 25 luglio 1906. 

Gli avvenimenti in Russia. Il conte Witte intervistato. Il problema degli israeliti, “Corriere della Sera”, 27 luglio 1906.

In Russia. Conflitti sanguinosi e violenze, “Corriere della Sera”, 16 agosto 1906.

Gli avvenimenti in Russia. La caccia agli agenti di polizia. La vendetta immediata, “Corriere della Sera”, 17 agosto 1906.

Gli avvenimenti in Russia. La vasta strage di Varsavia, “Corriere della Sera”, 17 agosto 1906.

Il quartiere ebreo isolato a Varsavia, “Corriere della Sera”, 18 agosto 1906. 

Gli ebrei e gli istituti d’istruzione, “Corriere della Sera”, 18 agosto 1906.

La situazione a Varsavia, “Corriere della Sera”, 9 settembre 1906.

In Russia. Orrendi massacri a Siedice, “Corriere della Sera”, 10 settembre 1906.

In Russia. Gli orrori di Siedice. Il bombardamento dell’artiglieria, “Corriere della Sera”, 11 settembre 1906. 

Gli avvenimenti in Russia. Siedice in un cerchio di fuoco. I negozi saccheggiati dalle truppe. Le artiglierie in azione, “Corriere della Sera”, 11 settembre 1906.

Le vicende della rivoluzione in Russia. La strage degli ebrei a Siedice. La città devastata, “Corriere della Sera”, 12 settembre 1906.

Le vittime degli eccidi di Siedice, “Corriere della Sera”, 13 settembre 1906.

Gli avvenimenti in Russia. Il metodo nelle stragi di Siedice. Quattrocento vittime, “Corriere della Sera”, 13 settembre 1906.

Scene d’orrore a Kiev, “Corriere della Sera”, 13 settembre 1906.

Gli avvenimenti in Russia. Mille persone arrestate a Varsavia, “Corriere della Sera”, 13 settembre 1906. 

I feriti di Siedice, “Corriere della Sera”, 14 settembre 1906.

Il terrore a Varsavia. L’organizzatore del massacro di Siedice, “Corriere della Sera”, 14 settembre 1906.

Comune israelita bruciato dai contadini, “Corriere della Sera”, 14 settembre 1906.

Per lo sterminio degli israeliti a Odessa, “Corriere della Sera”, 14 settembre 1906. 

In Russia. Il proclama del governatore di Siedice, “Corriere della Sera”, 15 settembre 1906.

La versione ufficiale sui fatti di Siedice, “Corriere della Sera”, 15 settembre 1906.

Crudeltà e angosce a Varsavia, “Corriere della Sera”, 15 settembre 1906.

L’enorme emigrazione ebrea, “Corriere della Sera”, 15 settembre 1906.

Il regno del terrore a Odessa. La città in mano ai malfattori, “Corriere della Sera”, 16 settembre 1906.

Organizzazione di massacri a Varsavia?, “Corriere della Sera”, 16 settembre 1906.

Per gli arrestati di Siedice ufficiali giudici e parti, “Corriere della Sera”, 18 settembre 1906.

In Russia. Il terrore fra gli ebrei di Odessa, “Corriere della Sera”, 19 settembre 1906.

Gli avvenimenti in Russia. La questione degli ebrei, “Corriere della Sera”, 20 settembre 1906. 

Gli avvenimenti in Russia. Per i massacri di Siedice, “Corriere della Sera”, 21 settembre 1906.

Gli ebrei pareggiati ai cristiani nella serie di riforme in preparazione, “Corriere della Sera”, 22 settembre 1906. 

In Russia. Diecimila ebrei in fuga da Brest- Litowsk, “Corriere della Sera”, 23 settembre 1906.

Incendi e saccheggi, “Corriere della Sera”, 24 settembre 1906.

Gli avvenimenti in Russia. Il nuovo progetto russo per la libertà religiosa, “Corriere della Sera”, 28 settembre 1906.

In Russia. Le imposizioni della lega del popolo russo, “Corriere della Sera”, 30 settembre 1906.

Ebrei assassinati in Bessarabia, “Corriere della Sera”, 30 settembre 1906.

L’emigrazione ebrea, “Corriere della Sera”, 1 ottobre 1906.

In Russia. Contro gli ebrei a Odessa, “Corriere della Sera”, 25 ottobre 1906.

In Russia. Rivelazioni d’un ex direttore di polizia sui massacri d’israeliti, “Corriere della Sera”, 27 ottobre 1906.

La polizia organizzatrice dei massacri, “Corriere della Sera”, 27 ottobre 1906. 

I diritti politici agli ebrei, “Corriere della Sera”, 28 ottobre 1906.

Studenti israeliti espulsi dalla capitale, “Corriere della Sera”, 5 novembre 1906.

Minacce di nuovi eccidi per la legge di emancipazione degli ebrei, “Corriere della Sera”, 30 novembre 1906.

L’ordinanza per gli ebrei, “Corriere della Sera”, 23 dicembre 1906.

Contro le concessioni agli israeliti, “Corriere della Sera”, 26 dicembre 1906.

Contro la concessione agli israeliti, “Corriere della Sera”, 27 dicembre 1906.

La nuova terra promessa agli ebrei, “Corriere della Sera”, 28 dicembre 1906.

[xv] Luigi Barzini, A Proposito di Kitcheneff. La questione degli ebrei, “Corriere della Sera”, 10 gennaio 1904

[xvi]Gli altri articoli scritti da Antonio Albertini:

Cfr. Alberto Albertini, Gli avvenimenti in Russia. Città in convulsione, “Corriere della Sera”, 5 maggio 1905.

Alberto Albertini, Gli avvenimenti in Russia. Gli orrori antisemiti di Kiscinef. Pazzi eccidi nel Caucaso, “Corriere della Sera”, 7 settembre 1905.

Alberto Albertini, Timore d’eccessi antisemiti a Pietroburgo. I provvedimenti della Duma, “Corriere della Sera”, 11 novembre 1905.

Alberto Albertini, La rivolta e gli eccidi antisemiti in Russia. Angosciosa aspettazione a Pietroburgo, “Corriere della Sera”, 12 novembre 1905.

Alberto Albertini, Gli avvenimenti in Russia. La selvaggia battaglia di Bielostock. Numero enorme di vittime, “Corriere della Sera”, 16 giugno 1906.

Alberto Albertini, Bielostock nel fuoco e nel sangue. Bombardamento, battaglia e stragi. Massacratori in agguato alla stazione. Le responsabilità dei disordini, “Corriere della Sera”, 17 giugno 1906.

Alberto Albertini, Bielostock. La carneficina narrata da un giornale moderato. Per lettera dal nostro inviato speciale , “Corriere della Sera”, 24 giugno 1906.

Alberto Albertini, I fatti di Bielostock, “Corriere della Sera”, 6 luglio 1906.

Alberto Albertini, Le vicende della rivoluzione in Russia. La strage degli ebrei a Siedice. La città devastata, “Corriere della Sera”, 12 settembre 1906.

Alberto Albertini, Gli avvenimenti in Russia. Il metodo nelle stragi di Siedice. Quattrocento vittime, “Corriere della Sera”, 13 settembre 1906.

Alberto Albertini, Gli avvenimenti in Russia. La questione degli ebrei, “Corriere della Sera”, 20 settembre 1906. 

[xvii] Antonio Albertini, Episodi di terrore nelle provincie. Lo sciopero del Caucaso, “Corriere della Sera”, 3 novembre 1905.

[xviii] Cfr. John D. Klier- Shlomo Lambroza, Pogroms: anti- jewish violence in modern russian history, Cambridge, Cambridge University Press, 1992, pp. 196-197.

[xix] Cfr.  La caccia all’ebreo in Galizia, “Corriere della Sera”, 7-8 aprile 1897.

Gravissimi tumulti a Praga, “Corriere della Sera”, 2-3 dicembre 1897. 

I gravi disordini di Praga. Nuovi tumulti dopo la proclamazione della legge marziale. I feriti. Gli arresti, “Corriere della Sera”, 3-4 dicembre 1897.

Echi dei disordini di Praga. La terribile brutalità della folla, “Corriere della Sera”, 4-5 dicembre 1897.

I giorni del terrore a Praga, “Corriere della Sera”, 5-6 dicembre 1897. 

Le ultime notizie, “Corriere della Sera”, 5-6 dicembre 1897.  

Ancora disordini in Boemia, “Corriere della Sera”, 6-7 dicembre 1897. 

Gli orrori antisemiti in Galizia, “Corriere della Sera”, 18-19 giugno 1898.

[xx] Saccheggi antisemiti in Galizia, “Corriere della Sera”, 25-26 giugno 1898.

Saccheggi antisemitici in Galizia, “Corriere della Sera”, 26-27 giugno 1898.

I disordini antisemiti di Galizia, “Corriere della Sera”, 30 giugno-1 luglio 1898.

Consiglieri comunali arrestati in Galizia. Le orge alcooliste dei saccheggiatori, Corriere della Sera”, 2-3 luglio 1898.

Da Praga la bestialità dell’antisemitismo, “Corriere della Sera”, 29-30 giugno 1899.

Tumulti antisemiti in Boemia, “Corriere della Sera”, 11-12 agosto 1900.

[xx] Cfr. Il progetto sulla religione israelitica nella Camera ungherese, “Corriere della Sera”, 26-27 aprile 1895.

Le leggi religiose in Ungheria, “Corriere della Sera”, 16-17 maggio 1895.

Una legge religiosa approvata dai magnati, “Corriere della Sera”, 17-18 maggio 1895.

Alla Camera ungherese, “Corriere della Sera”, 9-10 novembre 1895.

[xxi] Cfr. Encyclopaedia Judaica, op. cit., pp. 496-497.

[xxii]  Un israelita condannato a morte per la leggenda dell’omicidio rituale, 20-21 settembre 1899.

[xxiii] Ibidem.

[xxiv] Cfr. Continua la propaganda antisemita da parte dell’organo vaticano, “Corriere della Sera”, 21-22 gennaio 1898.

[xxv] Da Vienna. Le accuse del condannato a morte trovate inesistenti, “Corriere della Sera”, 27-28 settembre 1899.

[xxvi] La seconda condanna a morte dell’israelita Hilsner, “Corriere della Sera”, 15-16 novembre 1900.

[xxvii] Una sinagoga incendiata per antisemitismo, “Corriere della Sera”, 8-9 giugno 1900.

[xxviii]  Nel 1902 il direttore e uno dei redattori del giornale antisemita furono condannati per diffamazione e ritenuti responsabili dei disordini che avevano scosso la città.  Cfr. La condanna di un giornale antisemita, “Corriere della Sera”, 12-13 ottobre 1902.    

[xxix] Tumulti antisemiti in Boemia, “Corriere della Sera”, 11-12 agosto 1900.

[xxx] Negli anni successivi si rinnovarono simili episodi di violenza e intolleranza.

Cfr. L’antisemitismo romeno, “Corriere della Sera”, 22-23 luglio 1900.

Per gli israeliti di Romania, “Corriere della Sera”, 22-23 settembre 1902.

Gli ebrei in Romania, “Corriere della Sera”, 28-29 settembre 1902.

Apprensioni per l’agitazione antisemita in Romania, “Corriere della Sera”, 23 maggio 1903.

L’antisemitismo in Romania, “Corriere della Sera”, 26 maggio 1903. 

[xxxi] I moti antisemiti in Romania. Terribili scene di violenza a Bucarest, “Corriere della Sera”, 12-13 dicembre 1897. 

[xxxii] Ibidem.

[xxxiii] Ibidem.

[xxxiv] Ibidem.