Linguistico
che determinerebbe di conseguenza alcun continuum etnico.
Si
punta a marcare cioè, una visione storica sbagliata perché inventata, che fa di
questi due gruppi sociali, due gruppi che non hanno alcuna forma di continuità
né passata, né presente, né futura.
Gli
israeliani in altre parole, un gruppo di fanatici religiosi ebrei che non hanno
niente a che fare con gli ebrei di tutte le altre nazionalità del mondo.
Tale
tesi è linguisticamente e di conseguenza anche storicamente, sbagliata a
partire da una nozione sociolinguistica.
La
nozione di lingue ebraiche.
Tale
nozione emerge studiando sia il popolo ebraico della Diaspora sia studiando
tutte le generazioni di israeliani, siano esse generazioni sabra o generazioni di olim
di israeliani.
Tra
queste lingue ebraiche, senza dubbio,
la più nota, studiata e ancora parlata, è lo yiddish.
Le
lingue ebraiche da cui noi ora
preleveremo il caso dello yiddish,
sono sistemi linguistici completi che hanno un impianto base rilevante tanto di
sistema linguistico di un dato popolo storicamente rilevato quanto di lingua
ebraica.
Prendiamo
ad esempio il ladino, noto anche come
ebraico-spagnolo.
Il
ladino è uno spagnolo nel quale sono
state impiantate molte parole ebraiche e viene scritto solitamente ma non in
tutti i casi, con caratteri ebraici.
L’identità
ebraica di questo sistema linguistico passa quindi per:
1) La
modalità con la quale vengono resi molti lemmi, in particolare di matrice
religiosa e
2) La
modalità con la quale viene resa nella sua dimensione scritta.
Non
è però tutto qui.
Esiste
infatti una terza matrice, ultima ma non meno importante, che determina la
natura ebraica di un dato sistema linguistico come il ladino.
Si
tratta in altre parole del periodo storico nel quale quel dato sistema
linguistico si è disgiunto dal sistema linguistico madre, che in questo caso è
lo spagnolo o nel caso dello yiddish, è il tedesco.
Questo
terzo dato sia sociolinguistico sia storico, non sempre è rilevante, perché
anche in contesti storici di pace, il popolo ebraico della Diaspora è spesso
vissuto urbanisticamente e dunque fisicamente separato dal resto della comunità
linguistica circostante.
Basti
pensare ai ghetti nei contesti italiani e alle forme peculiari quali il Bagitto a Livorno.
Se
insomma la comunità sefardita che storicamente è stata quella parlante di Ladino ha la cacciata dalla Spagna per
opera dei Re Cattolici quale evento storico determinante per rilevare
l’evoluzione di questo sistema linguistico, la comunità ebraica livornese non
ha avuto eventi simili, anche se il Bagitto
quale sistema linguistico a sé sussiste ugualmente.
Qualsiasi
sia la storia di una data lingua ebraica, certo è che nel rapporto con la
storia, la Shoah nel Novecento ha determinato un numero di parlanti morti
rilevante per le lingue ebraiche parlate nel continente europeo.
La
Romania ad esempio, che era il solo paese dei Balcani ad avere una comunità
ebraica di lingua yiddish, il resto dei Balcani aveva comunità ebraiche a
maggioranza ladina, con la Shoah vide quasi estinguersi la presenza ebraica sul
proprio territorio.
I
sopravvissuti infatti tendevano ad emigrare infine verso Israele o in diversi
paesi anglosassoni.
Lo
yiddish, o jiddisch secondo la formulazione tedesca, è così una lingua ebraica
connessa agli israeliti ashkenaziti, o askenaziti.
Gli
stessi che fondarono a maggioranza poi lo stato d’Israele.
Gli
israeliti cioè, che si contrappongono ai sefarditi per matrice ora sì etnica e
a tratti religiosa.
La
continuità etnica e linguistica tra i due gruppi sociali ebraici, il gruppo
della Diaspora e il gruppo israeliano, appare ora chiaro.
La
questione piuttosto rilevante ora, sarebbe quella invece di indagare le attuali
sorti di queste lingue ebraiche.
Come
laureando in lingue, letterature e culture moderne prima e come dottore di
ricerca e cultore della materia poi in linguistica, ho tentato di indagare
proprio questo percorso sociolinguistico delle lingue ebraiche quale è lo
yiddish.
Un
percorso che a mio avviso, è rilevabile per molti dati, direttamente e
indirettamente, attraverso un’analisi attenta di molto materiale letterario e
filmico.
Così
facendo sono giunto alle seguenti conclusioni:
1) Le
lingue ebraiche come lo yiddish, sono
sistemi linguistici prossime più alla natura sociolinguistica di lingua che a quella di dialetto in molti casi,
2) Le
lingue ebraiche come lo yiddish
possono essere considerate a volte simili a delle varianti regionali a tutti gli effetti, al punto che talune grammatiche,
come quella della lingua tedesca edita da Hoepli, ne dedica per lo yiddish un
paragrafo,
3) Le
lingue ebraiche come lo yiddish, a
seconda del contesto sociale e culturale nel quale vengono parlate e scritte,
possono sociolinguisticamente essere considerate in maniera diversa.
Lo
yiddish, in maniera particolare, avendo i parlanti più numerosi tra le lingue
ebraiche odierne, va considerata più lingua
che dialetto, perché viene anche
insegnata.
Di
grammatiche della lingua ebraica yiddish, ne registriamo di interessanti anche
in lingua italiana e in Israele, interessante è constatare come lo yiddish non
solo abbia rilevanza linguistica in antitesi all’ebraico, ma anche in antitesi
al tedesco.
Si
osservi il quartiere di Mea Sharim a Gerusalemme, dove vive la comunità ebraica
più ortodossa della città.
Tra
questi parlanti allora, lo yiddish ha una funzione attiva nella misura in cui
l’ebraico sarebbe una lingua così sacra da non poter neanche essere parlata.
Altri
cittadini israeliani però, aschenaziti si ricordi, puntano sullo yiddish nella
misura in cui attraverso lo yiddish, molti rimuovono dalle nuove generazioni di
ebrei sabra, l’ostilità antisemita che il tedesco porta con sé a chi ha vissuto
il periodo nazista.
D’altronde,
come rilevato nel secondo punto delle mie conclusioni, esistono parlanti ebrei
di yiddish e più in generale germanofoni, che non rilevano differenze così
importanti da determinarne un sistema linguistico totalmente diverso dal
tedesco.
E
l’Hoepli proponendosi di argomentare di yiddish in un paragrafo per il pubblico
italofono appare seguire questa preferenza per la varietà regionale del
tedesco.
Certo
è che a confronto tra di loro, non tutte le lingue ebraiche stanno avendo la
stessa fortuna dentro e fuori Israele tra le nuove generazioni di israeliti,
israeliani e non.
Se
lo yiddish quindi, appare avere la rilevanza di una lingua in Israele, il ladino ad esempio, sta avendo la rilevanza di
un dialetto a favore dello spagnolo
contemporaneo.
Lo
status attuale delle lingue ebraiche quindi, non va indagato tanto nelle
comunità della Diaspora ma prevalentemente in Israele, nella misura in cui è
l’unico stato al mondo ad avere certamente interesse attivo nella
registrazione, documentazione e prosecuzione di tale repertorio linguistico tipicamente
ebraico.
Un
repertorio che proprio lo yiddish sembra ben conservare nella misura in cui lo
yiddish ben sembra conservare e simboleggiare tratti tipici di un popolo della
Diaspora.
Un
popolo che per citare noti linguisti, non ha un esercito che lo difenda.
Se
non una proverbiale ironia.
Casella di testo
Citazione:
Daniel De Lucia, Lingue, dialetti o varietà regionali? Il caso dello yiddish, "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", VI, 1, aprile 2017
url: http://www.freeebrei.com/anno-vi-numero-1-gennaio-giugno-2017/daniel-de-lucia-il-caso-dello-yiddish
Steegle.com - Google Sites Like Button
Steegle.com - Google Sites Tweet Button