Questione ebraica e socialismo reale

"Free Ebrei", II, 1, giugno 2013

Abstract

In this collection of essays, the authors try to analyze the existence of a Jewish question in the Soviet Union and mostly the persistence of anti-Semitism in works published by important figures of the political establishment.

Questione ebraica e socialismo reale è una raccolta di testi riguardanti il controverso tema del rapporto delle istituzioni sovietiche, polacche e cecoslovacche con le comunità israelitiche residenti in questi Paesi e con i "sionisti" interni e stranieri.

Il volume, introdotto da una nota editoriale, è suddiviso in cinque sezioni: la prima contiene un estratto del libro di Trofim K. Kichko Giudaismo senza abbellimenti, pubblicato nel 1963 con l'importante avallo dell'Accademia ucraina delle Scienze, la seconda e la terza consistono in due saggi di Claudio Veltri (alias Claudio Mutti) sulle relazioni dei governi socialisti di Polonia e Cecoslovacchia con la lobby sionista; a queste seguono una raccolta di articoli della stampa sovietica sulla questione ebraica e una collezione di vignette satiriche.

Il testo di Kichko (accusato da alcuni studiosi di essere stato collaborazionista dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale) descrive l'essenza della critica antiebraica ed antisionista operata dalle istituzioni culturali socialiste e gli atti politici che hanno accompagnato e seguito queste polemiche.

In Giudaismo senza abbellimenti viene sottolineato tra l'altro che la religione ebraica "è sempre stata al servizio delle classi ricche, le quali se ne servivano per distogliere l'attenzione degli ebrei poveri dalla lotta per la giustizia sociale" (p. 18) e che "le invenzioni della Torah sul "popolo prescelto da Dio" e sulla superiorità del popolo ebraico in confronto agli altri, da tempo nutrivano [...] il nazionalismo e il sionismo" (p. 23). A pagina 39 si afferma chiaramente: "La lotta coi relitti del giudaismo, nella fase attuale, non è una lotta astratta, puramente accademica, che abbia un interesse solo teorico, ma è dettata dalle necessità dell'edificazione della società comunista ed acquista grande valore patriottico". Il testo verrà in seguito ritirato per le dure contestazioni che aveva suscitato in tutto il mondo e per le accuse di antisemitismo che sempre più frequentemente venivano addossate all'URSS. In ogni caso, pochi anni dopo – nel 1967 – Kichko fu premiato dal Presidente del Soviet supremo ucraino con un diploma d'onore.

In modo simile a Giudaismo senza abbellimenti, nella parte relativa agli articoli dei periodici sovietici si fa rifermento in più passaggi all'ebraismo descrivendone le pretese d'elezione e alcuni tratti xenofobi, collegando questi aspetti alla politica sionista, vista come manifestazione attuale e "statale" di elementi identitari già riscontrabili nel passato. Si dice per esempio a p. 82: "sotto il coperchio del Talmud e della Torah, l'ideologia sionista dispiega la sua propaganda per la creazione di uno stato ebraico-aristocratico, destinato a dominare tutte le nazioni", poco più avanti, si parla della "Terra di Sion" come del luogo "dove si suppone che il popolo ebraico debba acquisire la sua sovranità nazionale" e "dell'immortale aspirazione del giudaismo e del popolo ebraico a sottomettere spiritualmente – quando i tempi saranno maturi – l'universo intero". Non pochi, a fianco di quanto riportato, sono i riferimenti alle relazioni intrattenute dal movimento sionista con la Germania nazionalsocialista e alla parentela ideologica che intercorre tra sionismo e nazionalismo fascista.

Nella sezione delle vignette le immagini riportate dimostrano come venissero presi di mira particolarmente il sionismo "strumento imperialista" dell'Occidente e l'avidità degli ebrei raffigurata attraverso mercanteggiamenti nei luoghi di culto e "zuffe in sinagoga per la spartizione del bottino" (p. 121).

I due saggi di Claudio Veltri (pp. 41-80) si concentrano su aspetti più strettamente politici e nello specifico affrontano il tema della forte penetrazione ebraica e sionista nell'apparato delle due Repubbliche socialiste e il successivo redde rationem che portò ad una ampia epurazione dei quadri dirigenti. Il testo è arricchito dalla citazione di dati statistici e da diverse dichiarazioni pubbliche dell'epoca.

I saggi di Claudio Veltri sono accurati e ben si collocano all'interno del volume. L'estratto di Giudaismo senza abbellimenti, gli articoli e le vignette, seppur ammantati di una certa dose di retorica socialista, rappresentano valide testimonianze e forniscono spunti di sicuro interesse. Nonostante al testo manchi una parte esplicitamente dedicata alle altre Repubbliche del Patto di Varsavia e alla questione ebraica nell'URSS al tempo del "complotto dei medici", si può certamente dire che Questione ebraica e socialismo reale rappresenti un utile e significativo contributo all'analisi del clima culturale e politico che circondava l'ebraismo nell'area d'influenza sovietica.

Casella di testo

Citazione:

Questione ebraica e socialismo reale (recensione di Andrea Giacobazzi), "Free Ebrei", II, 1, giugno 2013

url: http://www.freeebrei.com/anno-ii-numero-1-gennaio-giugno-2013/questione-ebraica-e-socialismo-reale