L'Atlante delle stragi nazi-fasciste, a cura di Chiara Dogliotti

"Free Ebrei", V, 1, marzo 2017

L'Atlante delle stragi nazi-fasciste in Italia

di Chiara Dogliotti

Abstract

Chiara Dogliotti presents the Atlas of nazi-fascist massacres in Italy

Enti promotori: INSMLI e ANPI

Finanziatore: Fondo italo tedesco per il futuro – Ambasciata della Repubblica Federale di Germania

Direttore scientifico: Paolo Pezzino

Comitato scientifico: Luca Baldissara, Enzo Fimiani, Marcello Flores, Gianluca Fulvetti, Carlo Gentile, Gabriella Gribaudi, Bruno Maida, Toni Rovatti, Claudio Silingardi.

Gruppo centrale di ricerca: Marco Conti, Chiara Dogliotti, Maurizio Fiorillo, Francesca Gori

L’Atlante delle stragi nazifasciste è un progetto promosso dall’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia e coordinato dal prof. Paolo Pezzino.

I lavori, iniziati nell’autunno del 2013, sono stati finanziati dal Governo della Repubblica Federale tedesca che si è reso disponibile sovvenzionare  progetti scientifici e culturali volti a promuovere una politica della memoria capace di avvicinare le culture e le sensibilità italiane e tedesche, recependo in tal senso le raccomandazioni contenute nella relazione finale dei lavori della Commissione storica italo-tedesca[1], in cui tra l’altro viene dichiarata la necessità di predisporre “un atlante della violenza nel quale si potrà illustrare quali  dimensioni abbia assunto in Italia la politica della violenza perseguita dal nazionalsocialismo e quali unità militari vi furono coinvolte più di altre[2].”

Il progetto fa riferimento ad alcuni importanti lavori di ricerca effettuati negli anni passati: la ricerca sulle stragi finalizzata alla ricostruzione della cornice politica e culturale in cui si consumò la violenza contro i civili in alcune aree significative, condotta tra il 1999 e il 2001 dal gruppo di lavoro dalle Università di Bari, Bologna, Napoli e Pisa, coordinato da Paolo Pezzino[3]; il censimento delle stragi in Piemonte condotto nel 2003-2006 da un gruppo di ricerca dell’Università di Torino, guidato da Bruno Maida e Nicola Tranfaglia; l’indagine sulle vittime civili in Veneto condotta da Elena Carano e pubblicata nel 2007[4]; i lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi ai crimini nazifascisti e quelli della Commissione storica italo-tedesca che ha elaborato una banca dati degli episodi di violenza sui civili avvenuti durante l’occupazione tedesca in Italia.

L’oggetto della ricerca è costituito dagli episodi di violenza omicida contro persone inermi avvenuti in Italia per mano delle forze armate tedesche e/o da reparti della Repubblica Sociale Italiana tra il luglio del 1943 e il maggio 1945.

Il lavoro triennale si è avvalsa di una rete di 120 ricercatori, basata principalmente sugli istituti per la storia della Resistenza delle diverse province, con il coinvolgimento di altri enti locali, che si occupano dei diversi territori, rilevando i dati relativi alle uccisioni nelle diverse aree del paese, attraverso la compilazione di una scheda ideata e costruita con l’obiettivo di registrare tutte le notizie disponibili relative alla storia e all’interpretazione dell’episodio, all’identità delle vittime, all’identificazione, ruolo e vicende processuali dei responsabili, presunti o accertati, alle forme, ai segni sul territorio ed eventuali problematiche della memoria dell’evento. Gli episodi sono stati quindi classificati secondo le diverse tipologie e modalità e contestualizzati nelle diverse fasi del conflitto mondiale e dell’occupazione nazista.

I dati così raccolti sono stati riversati in una banca dati (consultabile al sito www.straginazifasciste.it) georeferenziata, che consente interrogazioni complesse grazie a un articolato sistema di filtri e costituisce un innovativo strumento di lavoro sia nel campo della ricerca sia in quello della didattica.

Grazie alla flessibilità dello strumento digitale, la ricerca si configura quindi come un work in progress aperto a successivi interventi di studiosi e testimoni che vorranno portare il loro contributo. La banca dati è inserita in un sito internet che mette a disposizione degli utenti altri materiali relativi al tema delle stragi: documenti prodotti dalle CAS, dai tribunali militari e dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi ai crimini nazifascisti; immagini storiche; fotografie di documenti, stampa d’epoca, monumenti e lapidi; indicazione e link a siti relativi a luoghi della memoria e a associazioni e comitati, riprese video dei seminari di studio realizzati durante l’ultimo anno di ricerca.

Gli episodi censiti dall’Atlante sono 5606 per un totale di 23663 vittime, di cui 12676 civili; la cronologia evidenzia un picco nell’estate del 1944 che vede coinvolta soprattutto l’Italia centrale, ma nel corso dei venti mesi il numero delle vittime si mantiene costantemente superiore alle 1500 unità. La comparazione tra le diverse fasi e i differenti territori coinvolti ci consente di evidenziare la molteplicità delle forme assunte dalla violenza nazista e fascista: a seconda degli scopi perseguiti dai perpetratori, dei contesti, degli attori in campo e delle fasi cronologiche del conflitto e dell’occupazione variano la tipologia e la modalità dei massacri, lo status delle vittime, la consistenza della presenza tra gli uccisi di donne, bambini e anziani, il numero di morti per episodio. Osserviamo che nelle fasi di ritirata e nelle aree a ridosso del fronte si verificano i massacri indiscriminati che coinvolgono la totalità della popolazione civile, in forma di micro violenza, di sistematica spoliazione dei territori attraverso la tecnica della terra bruciata e di grandi stragi finalizzate a progetti di eliminazione di intere comunità, mentre nelle zone di occupazione lontane dal fronte, prevale la repressione mirata dell’attività resistenziale attraverso esecuzioni e rappresaglie che colpiscono quasi esclusivamente maschi adulti e, in gran parte, appartenenti al movimento partigiano. Con questa situazione generale interagiscono le numerose variabili individuate determinando un panorama mosso e cangiante nel tempo e nei diversi contesti.

Il passaggio del fronte o delle truppe in ritirata è lo scenario in cui che la violenza ai civili si dispiega con maggiore frequenza: sia nelle forme di controllo del territorio, evacuazione di zone di combattimenti, razzie e distruzioni, sia in quelle di maggiore radicalizzazione della lotta alle bande con conseguente coinvolgimento di popolazioni considerate conniventi. In presenza di ordini finalizzati a contrastare l’attività partigiana con il sistematico attacco agli abitanti delle zone da ripulire dai ribelli, questa violenza assume l’aspetto di una vera e propria guerra ai civili che, quando condotta da reparti particolarmente spietati per fanatismo nazista o per pregresse esperienze di guerra totale, dà luogo a massacri connotati da un più di efferatezza impressionante per il numero di vittime o per la modalità particolarmente brutale o per il coinvolgimento massiccio di donne e bambini.

Il quadro della politica dei massacri appare quindi mosso e variegato. Contesto urbano o rurale, zone di operazioni o zone di occupazione, matrice fascista o nazista, intensa o debole attività partigiana, perpetratori appartenenti alle forze di polizia o all’esercito, presenza o meno di reparti speciali, vicinanza o lontananza dal fronte: sono queste solo alcune delle variabili che condizionano la strategia e la pratica della politica repressiva, determinando situazioni assai differenti tra loro.

  

Note

[1] Cfr. Rapporto della Commissione storica italo – tedesca insediata dai Ministeri degli Affari Esteri della Repubblica Italiana e della Repubblica Federale di Germania,luglio 2012, p.163-172.

[2] Idem, p.170

[3] La ricerca ha dato luogo a 5 pubblicazioni: Gabriella Gribaudi, a cura di, Terra bruciata. Le stragi naziste sul fronte meridionale, Napoli, l’ancora del mediterraneo, 2003; Luca Baldissara e Paolo Pezzino, a cura di, Crimini e memorie di guerra, Napoli, l’ancora del mediterraneo, 2004; Luca Baldissara e Paolo Pezzino, a cura di, Giudicare e punire. I processi per crimini di guerra tra diritto e politica, Napoli, l’ancora del mediterraneo, 2005; Gianluca Fulvetti e Francesca Pelini, a cura di, La politica del massacro. Per un atlante delle stragi naziste in Toscana, Napoli, l’ancora del mediterraneo, 2006; Luciano Casali e Dianella Gagliani, a cura di, La politica del terrore. Stragi e violenze naziste e fasciste in Emilia Romagna, Napoli-Roma, l’ancora del mediterraneo, 2008

[4] Elena Carano, Oltre la soglia. Uccisioni di civili nel Veneto 1943-1945, Padova, CLEUP, 2007

Casella di testo

Citazione:

Chiara Dogliotti, L'Atlante delle stragi nazi-fasciste in Italia, "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", VI, 1, marzo 2017

url: http://www.freeebrei.com/anno-vi-numero-1-gennaio-giugno-2017/latlante-delle-stragi-nazi-fasciste-a-cura-di-chiara-dogliotti