Jack Jacobs, Jews and Leftist Politics

"Free Ebrei", VII, 1, aprile 2018

Jack Jacobs (a cura di), Jews and Leftist Politics. Judaism, Israel, Antisemitism, and Gender, NewYork, Cambridge University Press, 2017, 354 pp., $ 120

 

di Francesco Ferrari

 

Abstract

Francesco Ferrari reviews Jacks Jacobs's edited book on Jews and Leftist Politics, which has been published by Cambridge University Press.

 

Jack Jacobs, professore di scienze politiche al John Jay College e alla City University of New York, autore di una recente monografia dedicata alla Scuola di Francoforte (The Frankfurt School, Jewish Lives, and Antisemitism. New York: Cambridge University Press, 2015), è il curatore del volume Jews and Leftist Politics. Judaism, Israel, Antisemitism, and Gender (New York: Cambridge University Press, 2017).  Esso è costituito in gran parte dalla rielaborazione dai talks di una conferenza internazionale risalente a cinque anni prima, organizzata dall’YIVO Institute for Jewish Research e dalla American Jewish Historical Society.

L’introduzione del curatore intende mettere in questione il binomio Jews-Left attraverso un rapido ripercorrimento storiografico che parte dalla Rivoluzione Francese e arriva ai giorni nostri. Essa, sostando altresì su figure come Marx e Lassalle, ripropone la vexata quaestio intorno alla consistente presenza degli ebrei (tanto dell’Europa centrale e orientale quanto degli Stati Uniti, oggetto parimenti dei saggi di Antony Polonsky, Harvey Klehr e Daniel Soyer) all’interno di partiti e movimenti d’ispirazione socialista o comunista. I diciassette contributi del volume si interrogano, attraverso stili, metodologie e discipline differenti, sulle possibilità di senso del binomio in questione. Il quale, occorre dirlo fin da subito, è tanto intuitivo a percepirsi quanto arduo a definirsi, a partire dai suoi due elementi presi singolarmente. Di cosa parliamo, infatti, quando parliamo di “ebraismo”, incominciando dalla distinzione, sempre valida, tra Judaism (in senso religioso) e Jewishness (in senso culturale) che dobbiamo a Hannah Arendt? E di cosa parliamo quando parliamo di “sinistra”, termine non meno difficilmente perimetrabile, che include e disgiunge, in almeno due secoli di storia, socialismo e comunismo, anarchia e lotte per il riconoscimento?

Consapevole di questo, Jacobs propone una lista di questioni che si riverberano nell’intero volume, il quale costituisce pertanto un caleidoscopio e non un quadro unitario e/o sistematico: Quali significati assume per gli ebrei del Ventunesimo secolo il ripensamento del binomio Jews-Left, senza obliare il capzioso e nefasto uso di chi lo pose a fondamento di una certa propaganda di matrice antisemita? Che rapporto sussiste quindi tra un certo leftism antisionista contemporaneo e l’antisemitismo (da un lato) e, quindi, come si è evoluta la sinistra israeliana in rapporto all’ideale di Sion (dall’altro)? Può essere compatibile, per quest’ultima (e non solo) l’ideale di Sion con una posizione marxista? (per queste prime, complesse questioni sono illuminanti i contributi di Anita Shapira, Yoav Peled e Mitchell Cohen) In che modo prospettive di genere (i casi di Gesia Gelfman e di Manya Shochat, ricostruiti da Barbara Alpern Engel e da Deborah Hertz, oltre alla testimonianza di Alice Kessler-Harris) o tratte dalle vicende intellettuali di alcune paradigmatiche figure (Martin Buber, presentato da Uri Ram between Left and Right; Gustav Landauer, ritratto da Michael Löwy nei termini di romantic socialist; Gershon Scholem, il cui itinerario politico è ripercorso da Steven Aschheim a partire dalle sue simpatie marxisti giovanili) o istituzioni (la New School, oggetto del saggio di Judith Friedlander) possono essere rilevanti nell’approcciare il binomio Jews-Left? In Jews and Leftist Politics, per articolare tale binomio fondamentale, è anche possibile ricorrere alla epistemologia from the left per eccellenza, ovvero il marxismo. Diversi saggi del presente volume vi si rifanno, come quelli di Lars Fischer e Samuel Farber, ma primo fra tutti The Dualism of Capitalist Modernity. Reflections on History, Holocaust, and Antisemitism di Moishe Postone.

All’interno della tradizione ebraica, come puntualizza opportunamente Michael Walzer nella sua keynote lecture in apertura del libro, ci sono tanto elementi di “sinistra” quanto altri difficilmente compatibili con una posizione siffatta. Basti pensare alla posizione della donna, all’idea di popolo eletto, alla codificazione del rapporto con lo straniero presso l’ebraismo rabbinico. Letture della tradizione ebraica in un’accezione leftist (e prima ancora politica) a partire dalle sue festività, per cui Pesach e Hanukka possono valere, rispettivamente, come la celebrazione della liberazione del popolo ebraico e della libertà religiosa, o ancora, una reinterpretazione del profeta come critico sociale o della tzedakah come comandamento in difesa e a favore dei più deboli, non sono probabilmente sufficienti per capire davvero il binomio Jews-Left. Neppure il paradigma dell’ebraicità-paria, fissato da Max Weber, per cui l’emarginazione politica dell’ebreo si sarebbe tradotta in una sua empatica adesione alla causa degli oppressi, o quello dell’ebreo-non-ebreo che dobbiamo a Isaac Deutscher, figura di confine usa ad abitare comunità, società, nazioni senza essere mai parte del tutto delle medesime, possono essere adottati sic et simpliciter.

Quando si affrontano tematiche identitarie estremamente complesse, come quelle che i diversi contributi del volume sollevano, si è in presenza di nodi non facilmente dirimibili, luoghi di aporie se non di indecidibilità. Occorre allora, come scriveva Paul Ricoeur, “spiegare di più per comprendere meglio”: un’ermeneutica consapevole della complessità delle narrazioni identitarie, unita al rigore e all’umiltà di una storiografia che sappia farsi pluriprospettica.

Casella di testo

Citazione:

Jack Jacobs (a cura di), Jews and Leftist Politics (Recensione di Francesco Ferrari), "Free Ebrei. Rivista online di identità ebraica contemporanea", VII, 1, aprile 2018

url: http://www.freeebrei.com/anno-vii-numero-1-gennaio-giugno-2018/jack-jacobs-jews-and-leftist-politics